Tomorrow is a better day

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- hatchi -
CAT_IMG Posted on 23/7/2012, 18:11




Ace Dumont-Phoenix

Finalmente una pausa. Finalmente un momento senza mocciosi rompiballe. Odiavo insegnare. Lo odiavo, odiavo, odiavo. Ma oramai non ero quella di un tempo. La spregiudicata modella. No. Quella era diventata solo un'ombra del passato. Ora era questa la mia vita! Dovevo solo adattarmi.
Adattarmi...
Ci ero già riuscita, una volta, da adolescente. E anche dopo i numerosi viaggio tra America, Canada, Europa. Perchè sarebbe dovuto essere diversamente questa volta?
In fondo insegnare Arte non era male. Potevo spaziare. Potevo essere folle, eternamente ragazzina. E in fondo lo ero ancora. Passavo si e no quattro o cinque anni a quei ragazzi. E la mia ridotta statura mi rendeva quasi una di loro.
Giovane, bassa, bel fisico, zero rughe. Abitino eccentrico di un rosa sgargiante, per non parlare della discutibile lunghezza, dato che scopriva gran parte delle gambe e metà coscia, per non parlare delle ciocche rosa che si intravedevano nella massa bionda dei miei capelli. E i tatuaggi! Una possibile studentessa nei corridoi! Un'adulta in sala professori.
Era diventato il mio rifugio. Un modo per realizzare che ero realmente cresciuta!
Ed era proprio li che mi trovavo in quel momento. Non che avessi bisogno di un rifugio in quel momento... Era la pausa pranzo!
Io e il mio adorabile cestino metallizzato per il pranzo stavamo varcando la Sala dei Profesori.
Essere la nuova arrivata non era traumatico solo per gli studenti. Per i prof non era dversissimo!
Tutti divisi in gruppetti. E io? Li, sull'ingresso senza sapere esattamente dove andare. Dopo un momento di incertezza mi andai a sedere sul fondo della stanza. Unico tavolo vuoto. Vi posai il cestino e iniziai ad addentare il mio panino lattuga mozzarella e pomodoro.

 
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CAT_IMG Posted on 23/7/2012, 19:15

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ARTHUR J. SMITH

Era stata una giornata particolarmente impegnativa, i ragazzi di questa scuola non erano tranquilli come nelle scuole in cui Arthur aveva lavorato ma di certo questo non lo avrebbe messo di cattivo umore. All'ora di pranzo si era avviato nella sala professori con il suo cestino da pranzo, gli piaceva mangiare nella sala con gli altri professori così poteva fare amicizia con i colleghi e divertirsi. Appena entrato si guardò intorno, era arrivato in ritardo e tutti i tavoli erano pieni tranne uno infondo, si avvicinò a passo veloce verso la professoressa che era seduta in quel posto.
Buongiorno, piacere sono Arthur John Smith e sono il professore di Scienze... Questo posto è libero?
Si trovava davanti a lei, le porse la mano sorridendo, era così spontaneo a presentarsi che a volte non si rendeva conto di parlare così veloce e di usare troppa enfasi. Lui era così, quando parlava sembrava sempre pieno di energia e di felicità; dopotutto perchè doveva essere triste? Era felice di aver trovato finalmente una scuola in cui fare l'insegnante di ruolo e soprattutto era così contento di poter spronare i ragazzi per fargli capire la bellezza della Scienza.
 
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- hatchi -
CAT_IMG Posted on 23/7/2012, 19:28




Ace Dumont-Phoenix

Addentai il panino un paio di volte, masticandolo bene.
Quando ero modella avevo scoperto vari espedienti per mangiare, saziarmi e non mangiare troppo. I consigli innumerevoli. Io mi trovai bene solo con uno. Masticare a lungo. Mi aiutava a sentirmi sazia subito.
Accompagnai quei piccoli bocconi con un lungo sorso di coca-cola direttamente dalla lattina da cui avevo staccato la linguetta con il tipico gioco della lettera, ma l'avevo già dimenticata nel momento in cui l'avevo lanciata nel cestino.
Non ci avevo mai creduto, ma continuavo a farlo più per abitudine che per altro.
Poi una voce mi riportò nella Sala Professori.
Un uomo che dimostrava almeno una decina di anni più di me mi sorrideva cordiale tendendomi una mano. Si era presentato. Era il professore di Scienze. Arthur. Avevo già rimosso il cognome. Dimenticavo spesso i cognomi.
Gli strinsi la mano e gli indicai le numerose sedie libere intorno il tavolo.
Prego. Si sieda! risposi cordiale.
Io sono Alisa Clemence Emily Dumont-Phoenix. Sono la nuova docente di Arte. risposi ancora.
Mi sembrava stranissimo presentarmi. Molti conoscevano il mio nome prima ancora che aprissi bocca. Bello essere famosa!

 
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CAT_IMG Posted on 23/7/2012, 20:03

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ARTHUR JOHN SMITH

Grazie sorrise sedendosi davanti alla collega.
Oh fantastico! Allora non sono l'unico nuovo qui! Possiamo darci del tu? Io odio la formalità!
Non sopportava parlare con le persone e dovere usare il "lei" mostrava troppa freddezza e lui non riusciva ad essere freddo. Mentre aspettava la risposta aprì il suo cestino e prese una scatoletta che conteneva alette di pollo fritte, sorrise felice di vederle, se c'era un cibo che amava erano proprio le alette di pollo fritte. Nonostante spesso mangiasse in modo poco salutare riusciva a mantenere un bel fisico, anzi era anche molto magro grazie al suo veloce metabolismo. Alzò di nuovo lo sguardo verso la collega, non l'aveva osservata bene prima, non si fermava mai a guardare una persona prima di parlare credeva, è stupido farsi influenzare dalle apparenze! Non aveva notato che sembrava così giovane! Se l'avesse vista nel corridoio forse l'avrebbe scambiata per una studente, anche lui qualche anno prima sembrava un ragazzino che si fingeva un insegnate, era divertente quando i suoi colleghi gli urlavano di tornare in classe e poi subito dopo si scusavano imbarazzati. Ora invece era un uomo, era ancora giovane ma non da sembrare un liceale.
 
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- hatchi -
CAT_IMG Posted on 23/7/2012, 20:22




Ace Dumont-Phoenix

Si sedette di fronte a me. In genere non amavo avere qualcuno esattamente di fronte. Mi si vedeva che gli occhi non erano perfettamente uguali e che il naso a volte pendeva lateralmente verso destra. In compenso avevo un profilo spettacolare!
Quel tipo sembrava fin troppo allegro. In maniera esagerata se si pensava al fatto che stava insegnando! E a un branco di mocciosi.
Annuì alla sua domanda.
Ero troppo giovane per farmi dare del lei. Lo vietavo anche agli studenti.
Chiamami Ace. risposi sbrigativa. Dubito che tu voglia usare il mio nome completo.
Addentai ancora il panino e mandai giù.
E per tua informazione non sono brava a ricordare i cognomi. Ho già dimenticato il tuo e ti chiamerò solo Arthur. aggiunsi.
Ero un tipo schietto. Dicevo tutto quello che mi passava per la mente.
Non ti dispiace, vero?
Non che mi servisse il suo permesso. Lo avrei chiamato così anche se non fosse stato d'accordo!

 
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CAT_IMG Posted on 23/7/2012, 21:04

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Arthur John Smith



Non è impossibile, solo improbabile.



D'accordo Ace sorrise e iniziò a mangiare un'aletta di pollo
Deliziose! farfugliò, era la prima volta che le cucinava lui steso, di solito le prendeva già fatte e nonostante tutto non era per niente deluso dal risultato. Quando Ace gli chiese se gli dispiaceva se lo chiamava Arthur lui alzò lo sguardo.
Nah fece un gesto con la mano e scosse la testa Chiamami come vuoi! Non mi faccio questi problemi!
Non gli importava quale dei suoi due nomi scegliessero per chiamarlo, a lui piacevano entrambi e quindi non c'era differenza; aveva conosciuto altre persone che avevano due nomi e quasi tutte ne odiavano almeno uno. Come al solito lui si distingueva dagli altri, non gli dispiaceva essere diverso, era più divertente e poi gli piaceva vedere le reazioni degli altri quando faceva qualcosa di strano.
Quindi insegni arte... Wao! Gran bella materia! sorrise, aveva un'espressione quasi stupita come al suo solito. Arte non gli era mai dispiaciuta come materia, in realtà quando andava a scuola apprezzava quasi tutte le materie.

© Professore


Edited by Clare - 27/7/2012, 11:34
 
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